Francesco su "Il respiro degli insonni: Berlino 1942 l'altra Germania"
Ancora emozionato e frastornato da questi ultimi incredibili due giorni voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso che “Il respiro degli insonni: Berlino 1942 l’altra Germania” fosse l’esperienza meravigliosa che è stata. Inizio dal pubblico che, con un’affluenza sbalorditiva - un totale di quasi 600 spettatori - ha letteralmente gremito il teatro ogni volta con un calore, una partecipazione e un trasporto che ci hanno riempito il cuore. Non so nemmeno da dove cominciare invece per ringraziare i miei bravissimi attori, ragazzi straordinari la cui serietà, tenacia e generosità dimostra che, se questi sono i giovani d’oggi, possiamo guardare al futuro con grande speranza. Alcuni di loro sono stati le voci e i corpi di persone che hanno sacrificato la propria giovane vita per un ideale di pace ed eguaglianza ed è per me particolarmente significativo che siano ragazzi altrettanto giovani a vestire questa responsabilità - e lo sono stati in maniera davvero straordinaria, con una passione contagiosa e una formidabile lucidità. Altri, con grande coraggio e maturità, sono invece stati le voci e i corpi dei “cattivi”- Roeder, Panzinger, Kopkow, Gertrud Breiter - di coloro che il Male lo hanno perseguito, ed è difficile dire quanta forza ci voglia per interpretare con tanta convinzione questi figuri. Questo viaggio straordinario l’ho fatto insieme a Nicola Montenz - vero propulsore di questa iniziativa - che ho l’onore di poter chiamare amico; Nicola ha scritto un testo di una poesia rara e preziosa, ha permesso che queste voci parlassero a noi oggi, ha cesellato con la sua eccezionale sensibilità le parole di questa importante storia e ha condiviso con me ogni istante di questo emozionante percorso. Insieme abbiamo avuto la fortuna di assistere al lavoro prodigioso di questi ragazzi che sempre, davanti alle difficoltà così come ai successi, hanno tenuto la barra dritta, lavorando con umiltà, intensità, sostenendosi reciprocamente, senza mai risparmiarsi, senza mai sedersi, senza mai cedere alla stanchezza o al nervosismo, ma anzi, come hanno dimostrato anche ieri sera nella replica delle 22.30, con un energia e un entusiasmo contagiosi. Grazie a Milena Tibaldi che con la sua determinazione e il suo supporto - profusi sempre in punta di piedi, lasciandoci assoluta libertà - ha permesso che questo progetto attraversasse indenne anche le correnti più insidiose. E infine un grazie enorme al Centro Culturale Italo-Tedesco, all’ISII G. Marconi Piacenza e al suo preside professor Monti, a Spazio 2 l’incubatore in cui lo spettacolo è cresciuto giorno dopo giorno, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, al Goethe Institut e alla Regione Emilia-Romagna.
Ciascuna generazione ha il dovere di combattere per costruire un mondo migliore per le generazioni successive, anche nei momenti in cui l’oscurità sembrerebbe prendere il sopravvento, e questi ragazzi - proprio adesso che si affacciano sulla vita adulta - diventando portatori di questa memoria, ci hanno mostrato che queste straordinariamente valorose persone erano esattamente come loro, cioè persone normali, con una vita normale, che hanno coltivato l’umanità e non sono rimasti indifferenti all’orrore quando voltare la faccia dall’altra parte era la scelta più diffusa. Oltre il tempo e lo spazio, oltre la morte e il dolore, le voci di Harro, Libertas, Kurt, Cato, Rainer, Liane, Horst, Friedrich hanno parlato ancora per noi e a noi, chiedendoci di non dimenticare, dimostrandoci che per fare la differenza spesso basta restare umani.
Francesco Ghezzi
Con: Gian Luca Riggi, Luciana Baggi, Emanuele Italiano, Sebastiano Tepe Groppi, Andrea Biasini, Riccardo Perotti, Arianna Farao, Paola Shyti, Enrico Mandelli, Mihaita Rusu, Sara Paraboschi, Ernesto Paskali.